Con l’aumento delle dimissioni dal posto di lavoro durante gli ultimi anni, i datori di lavoro pongono sempre più la loro attenzione verso alcune caratteristiche comportamentali, come l‘essere curiosi in azienda che prima venivano forse trascurate eccessivamente.
Nell’era digitale, in cui la conoscenza è la vera ricchezza, è senza dubbio fondamentale possedere un alto livello di curiosità per mantenere un vantaggio competitivo.
La curiosità individuale è da sempre una componente caratteriale molto preziosa, che valorizza un individuo e ancor di più un lavoratore.
È un valore importante per le aziende che vogliono innovare e migliorare. L’atteggiamento curioso aiuta le persone a sperimentare, scoprire e imparare come fare le cose meglio.
Essere curiosi in un ambiente aziendale significa essere disponibili a provare nuovi metodi di lavoro, sperimentare le tecnologie più recenti e fare ricerche approfondite sui temi della propria azienda.
Significa anche essere pronti a imparare da colleghi e clienti e, magari, condividere le proprie conoscenze.
Incoraggiare la curiosità e l’apprendimento aiuta le aziende a promuovere un ambiente di lavoro positivo e motivante.
Un ambiente di lavoro stimolante incoraggia i dipendenti a porre domande interessanti e a esplorare e approfondire le idee.
Ciò, a sua volta, permette alle aziende di sviluppare prodotti e soluzioni innovative in risposta alle specifiche esigenze dei clienti.
Inoltre, incoraggiare la curiosità consente alle persone di sviluppare le competenze necessarie per affrontare le complessità dei moderni mondi aziendali.
Ad esempio, quando un dipendente è abituato a sviluppare la propria competenza e a ricercare nuove conoscenze, è più motivato a identificare e risolvere problemi complessi.
La ricerca condotta da LinkedIn
LinkedIn ha intervistato circa 2.000 manager che hanno definito la curiosità in questo modo:
L’impulso a cercare nuove informazioni e ad esplorare nuove possibilità, evidenziandone l’importanza a prescindere dal ruolo o dal livello all’interno dell’azienda.
Il 72% dei manager reputa molto preziosa la curiosità dei dipendenti.
Oltre il 50% considera la curiosità come il motore guida del vero impatto aziendale (59%) e reputa che risultano più curiosi ottengono risultati più performanti nel proprio lavoro (51%).
Perché essere curiosi in azienda è un vantaggio
All’interno dell’azienda la maggioranza dei manager ha difficoltà a trattenere i collaboratori migliori (52%), a far sì che essi si spingano oltre i compiti lavorativi assegnati (51%) e a favorire la collaborazione con team e dipartimenti diversi da quelli in cui operano (50%).
Risulta molto difficile mantenere alto il morale e la motivazione dei collaboratori, il 60% degli intervistati che lo ritiene una vera e propria difficoltà.
Molti dei vantaggi legati alla curiosità incidono direttamente sulle sfide di business.
Un punto d’accordo tra i soggetti intervistati risulta essere che tra i benefici più preziosi portati dalla curiosità vi è maggiore efficienza e produttività (62%), idee e soluzioni più creative (62%), una più forte collaborazione e propensione al lavoro di squadra (58%), e un maggiore impegno con soddisfazione sul lavoro più elevata (58%).
I manager considerati più curiosi notano che i loro collaboratori sono significativamente più avanzati nella trasformazione digitale (56% di coloro che valutano alta la curiosità contro il 29% che la valuta bassa).
Come i manager approcciano la curiosità
Il sondaggio consente di suddividere gli intervistati in quattro categorie:
- Flexibility Driven Opinion Seekers (26%): Accettano le sfide e apprezzano l’opinione degli altri; credono che la curiosità porti a flessibilità e adattabilità in tempi di incertezza ma non credono che la curiosità porti ad una maggiore efficienza e produttività.
- High Curiosity Collaborators (35%): Apprezzano la collaborazione, ricercano il lavoro di squadra e sono implacabili nella ricerca di risposte; credono che la curiosità porti a migliori prestazioni e una maggiore soddisfazione sul lavoro.
- Productivity-Focused Leaders (24%): Credono che la curiosità influisca su efficienza e produttività e che porti ad una collaborazione più forte e al lavoro di squadra, anche se sono meno inclini a credere che porti all’inclusione e alla diversità di pensiero.
- Anti-Curiosity Leaders (16%): credono che la curiosità non aggiunga alcun valore alle performance.
Tanta strada da fare
Esiste anche un altro lato della medaglia, infatti in molti hanno difficoltà a promuovere l’essere curiosi in azienda e incentivare questa skill.
Alcuni datori di lavoro affermano di sentirsi per niente o solo in parte predisposti a cercare la curiosità nei candidati al lavoro (47%) e nei rapporti diretti (42%).
Anche se i manager si sentono pronti a riconoscere questa caratteristica, molti affermano che è difficile sviluppare la curiosità nei dipendenti che non la possiedono per natura (47%) e faticano a collegare la curiosità alla performance lavorativa (47%) e all’impatto aziendale (43%).
Questi risultati evidenziano un gap tra i benefici ottenuti grazie alla curiosità e il potenziale delle aziende nello sfruttare questa skill dei propri dipendenti.
Un modo per semplificare queste sfide è osservare aziende e manager con un alto tasso di curiosità.
Il comportamento dei manager in azienda
Le aziende e i manager che hanno abbracciato la curiosità spesso la incoraggiano in tutta l’azienda, compresa la formazione e lo sviluppo aziendale (79%), le valutazioni delle performance dei dipendenti (76%), i criteri di promozione (74%) e di assunzione (74%), e nella mission, nella vision o nei valori aziendali (70%).
Questi manager utilizzano diversi metodi per incoraggiare questa skill con i loro colleghi: premiando la curiosità nelle valutazioni delle performance (71%), consentendo lo sviluppo di progetti di cui si è appassionati durante l’orario di lavoro (60%), nel coaching o mentoring personale (59%), e riconoscendo pubblicamente i dipendenti più curiosi (69%).
In conclusione, incoraggiare la curiosità in un ambiente aziendale è fondamentale per promuovere soluzioni innovative, sviluppare competenze e motivare i dipendenti. Questo, a sua volta, consentirà alle aziende di progredire e di restare al passo con l’ultima tecnologia e i trend del mercato.